“Quando uno scienziatoimportante ma anzianoafferma che qualcosa è possibile, ha quasi sempre ragione. Quando dice di qualcosa che è impossibile, con ogni probabilità si sta sbagliando. L’unico modo per scoprire i limiti del possibile sta nell’andare un po’ oltre e avventurarsi nell’impossibile. Ogni tecnologia abbastanza progredita è indistinguibile dalla magia.”
MICHIO KAKU
Negli ultimi anni si sente sempre più parlare di Smart City, ma cosa significa? La ‘Smart City’ nella sua accezione terminologica, ovvero ‘ Città Intelligente’, già nota nella letteratura anglo-americana nel 2008, il cui termine creato lascia una ampia ‘ definizione’ non ‘ definita’ del significato, dà spazio alla concettualizzazione di confini non definibili realmente perché in definizione. La principale focalizzazione sembra essere il ruolo strategico ricoperto dalle infrastrutture tecnologiche per lo sviluppo delle città, ma in realtà molti studi individuano i fattori abilitanti della crescita urbana, intesa come capacità di progresso, con sempre maggiore attenzione per l’ambiente, miglioramento dei livelli di istruzione e centralità della risorsa umana, oltre che del capitale sociale e relazionale.
Ad oggi non esiste una definizione univoca di Smart City, infatti, le linee guida programmatiche delle condizioni generali della città intelligente, trovano il loro denominatore comune in temi condivisibili a livello comunitario-planetario che si personalizzano nella propria identità generativa dell’idea di città intelligente attraverso le condizioni specifiche dettate dal territorio. Il concetto di Smart City è dunque, un ragionamento ancora giovane e multiforme.
Tale condizione, genera interventi spot e geopardati nelle città, creando confusione nel cittadino e nel trasferimento del concetto sul funzionamento della città ed i suoi benefici, ragione per cui, a tal proposito, si rende necessario un ordinamento europeo e nazionale sulle tematiche già analizzate alla fine degli anni ’90. In Sintesi, la città intelligente ha la finalità di creare l’URBE compatta, connessa, socialmente inclusiva e resiliente, adatta alle esigenze di tutti. Una città in grado di sfruttare il potere della tecnologia, dei dati e dell’innovazione per migliorare la qualità della vita dei residenti e per coordinare ed integrare i settori della gestione urbana, territoriale ed ambientale. L’utilizzo della digitalizzazione e delle nuove tecnologie sono gli strumenti primari per elevare ulteriormente la qualità della vita.
La tecnologia digitale può supportare il funzionamento della città nelle sue parti fondamentali come: pianificazione dei servizi di base, e-governance, uso del suolo e densità urbana, infrastrutture, viabilità e reti efficienti, usi urbani integrati, spazi pubblici, infrastrutture verdi, sistema dei servizi pubblici, e – democracy e molto altro ancora, questi sono i prerequisiti per una città funzionale. La costruzione della Smart City richiede una concentrazione sugli strati fisici e tecnologici dello sviluppo urbano identificando diversi modelli: Modello tecnologico e Modello collaborativo.
La infrastrutturazione cablata, quindi, diventa la chiave di volta delle città ed innesca il pieno potenziale economico sperimentale ed il suo sviluppo sociale attraverso l’innovazione, l’apertura e la connettività; assicura che si soddisfino le esigenze ambientali, sociali, territoriali, urbanistiche ed economiche nel presente e nel futuro; in una sola parola ‘Città-Sostenibile’, una vera rivoluzione. Un modello di città che produrrà una nuova identità storica fortemente connessa al passato, perché frutto di essa, ma con un taglio futurista.
(Transizione ecologica, e-democracy e Smart City – Giulia Agrosì La voce Repubblicana 18-02-2021 )