“Dove si incrociano le tue capacità e le necessità del mondo risiede la tua chiamata”
Aristotele

Storia

L’idea di progettare città intelligenti è nata osservando con attenzione il disagio collettivo generalizzato delle città contemporanee, in cui l’utente vive faticosamente la quotidianità, alterata dal funzionamento disarmonico dell’Urbe che, costantemente sottoposta a ritmi frenetici, gestisce le proprie funzioni in maniera distonica e convulsa perché carente di programmazione sistemica e metodologica.

Oggi parliamo di tecnologia, innovazione, transizione, sostenibilità ma tutto questo come si relaziona con il territorio ed il suo tessuto urbano – industriale? I modelli sono diversificati da basi comuni di un linguaggio ancora in definizione, il divenire infrastrutturale cablato mette in discussione antichi equilibri di sistema progettuale di tipo urbanistico-architettonico confrontandosi con nuove dinamiche sperimentali di carattere altamente scientifico con algoritmi che dettano forme funzionali di pianificazione del territorio del tutto vergini.

Quindi, la città ed il territorio, nell’antico dialogo architetturale filantropico, affrontano un argomento da sempre oggetto di studio legato al benessere dell’uomo nell’habitat quotidiano, considerando l’aspetto sociologico un elemento fondamentale da non trascurare. Perciò, il tema della dimensione digitale legato alla città intelligente rivendica con urgenza rimedi che si rendono necessari per limare le distorsioni che evidenziano l’Urbe scompensata nel suo dinamismo genico.

Ed è proprio nel concetto di genetica che bisogna riformulare la città nella sua genesi, osservando con spirito critico – costruttivo La Città nella sua essenza concettuale più pura del termine, restituendo alla Polis il suo Essere in tutti gli ambiti di appartenenza : culturale, sociale, economico, amministrativo, urbano, ambientale e molto di più; riappropriandosi di un antico ritmo armonico dimenticato ma che può essere riconquistato nella nuova Era Digitale e nella ergonomia degli spazi metropolitani generando il benessere collettivo.

Giulia Agrosì